Su una nuvola circondata da angeli, la Vergine con il Bambino consegna i grani del Rosario a San Domenico, inginocchiato nella parte inferiore della composizione. Il santo domenicano è riconoscibile grazie ai suoi attributi: la tonsura, il cane, la torcia, la croce e la rosa. La scena si svolge in un interno.
La raffigurazione sacra è inquadrata da una cornice ornata con due busti femminili nella parte superiore, mentre in basso si dispongono due angioletti in pose speculari. Rispetto alle precedenti illustrazioni del soggetto, nell’opera di Franco appaiono significative novità he compositive: San Domenico appare non più all’interno di una schiera di devoti e santi, ma isolato nel suo intenso dialogo con la Vergine; la composizione si allontana così dal modello della sacra conversazione, accentuando l’intensità del rapporto tra il santo e Maria. Inoltre, la Vergine non è più seduta su un trono, ma sollevata su una nuvola, priva di alcuna connessione con il mondo terreno. Queste variazioni erano apparse nell’incisione di Bernardino Passeri del 1581 e anticipano la composizione della pala di Federico Barocci con la rappresentazione della Madonna del Rosario. L’incisione era già apparsa in una precedente pubblicazione di Bernardo Giunti, il Rosario della Sacratissima Vergine Maria. Raccolto dall’opere del R.P.F. Luigi di Granata dell’ordine dei Predicatori, con le Meditationi sopra il Pater noster (Venezia: Bernardo Giunti, 1587).

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